Oltre ogni limite - Lo sguardo del Borderline da Edipo a Narciso

di M. T. Daniele, V. Manna, M. Pinto (a cura di)

Dalla Psicopatologia alla Personopatia

La psicopatologia di confine o “borderline”, per molti anni, ha trovato difficile collocazione nosografica, al limite fra l’area psicopatologica delle nevrosi e quella delle psicosi, venendo, quindi, variamente identificata come “sindrome pseudonevrotica”, “stato limite”, “sindrome marginale”. Kraepelin ha descritto forme attenuate di “demenza precoce”. Bleuler ha introdotto il concetto di “schizofrenia latente” per indicare condizioni cliniche particolari, in cui questa latenza psicotica sembra svolgere un ruolo patoplastico sull’espressione sintomatica di quadri clinici, apparentemente nevrotici o caratteriali. Ey ha definito questi quadri clinici “schizonevrosi” considerandoli espressione dell’evoluzione dalla nevrosi alla psicosi.

Gli Autori considerano gli stati borderline come disturbi mentali, propriamente detti, dotati di stabilità e coerenza interna, dandogli dignità autonoma, in ambito nosografico, come “organizzazioni autonome”, distinte dalle nevrosi e dalle psicosi.

Le visioni diagnostiche vigenti (DSM) hanno relegato la psicopatologia di confine tra i disturbi di personalità, descritti con criteri categoriali.

In questo testo viene fornita una visione dimensionale alternativa all’approccio diagnostico categoriale, per cui i disturbi di personalità rappresentano varianti disadattive di tratti di personalità, che sfumano nella normalità e in altri disturbi psicopatologici.

Il contributo delle neuroscienze e della psicodinamica vengono confrontati e discussi in un approccio clinico innovativo, che include la DISEDONIA, nella patogenesi della psicopatologia borderline, in una prospettiva dimensionale non categoriale, al nuovo paradigma clinico della PERSONOPATIA.

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